Nostalgia per il Sud Ali aquiline potessi ‘ndossar, ‘Ché da’ mie’ parti volar io possa! Perché ai mie’ paraggi io acceda, Ch’io veda Stambol, ch’io Kukus veda. Ch’io veda se’l sol ivi è lo stesso E sorge cupo, com’ qui adesso. S’io lo stesso sol lì trovar debba, Se ‘l sol tetro stanca la mia gleba; M’appresterò e lungi andrò lesto, In altre parti fuggirò presto, Dov’ il sol stende luce aerina, Dov’ il ciel chiare stelle semina. Qui ‘l buio triste m’orba, m’afferra, E bruma fosca copre la terra; Gelo e nevi, e ceneri mali, Turbini crudi e fortunali, Intorno foschie e geli duri, In seno freddo e pensieri scuri. No, io non posso qui rimanere, No, io non posso i geli vedere! Datemi ali, perch’ io l’indossi ‘Ché da’ mie’ parti volar io possa, Perché ai mie’ paraggi io acceda, Ch’io veda Ohrid, ch’io Struga veda. Ivi l’alba l’anima esala E chiaro è ‘l sol che nel bosco cala; Ivi la natura i suoi doni Sparge per destar ammirazioni: Il lago terso, vedi, biancheggia O sotto ‘l vento, cupo, ondeggia, Se ‘l prato guardi, o la collina, È dappertutto beltà divina. Ivi, ‘l piffero sonar pel cuor mio, E col ‘l sol che cala, morir anch’io. | Т’га за југ Орелски крилја как’ да си метнех, И в наши стрни да си прелетнех! На наши места ја да си идам, Да видам Стамбол, Кукуш да видам, Да видам дали с’нце и тамо Мрачно угревјат, како и вамо. Ако как’ овде с’нце ме стретит, Ако пак мрачно с’нцето светит; На п’т далечни ја ќе се стегнам, И в други стрни ќе си побегнам, К’де с’нцето светло угревјат, К’де небото ѕвезди посевјат. Овде је мрачно и мрак м’ обвива, И темна м’гла земја покрива; Мразој и снегој, и пепелници, Силни ветришча и вијулици, Околу м’гли и мразој земни, В гр’ди студој, и мисли темни. Не, ја не можам овде да седам, Не, ја не можам мразој да гледам! Дајте ми крилја ја да си метнам И в наши стрни да си прелетнам; На наши места ја да си идам, Да видам Охрид, Струга да видам. Тамо зората греит душата, И с’нце светло зајдвит в гората; Тамо дарбите природна сила Со с’та раскош ги растурила: Бистро езеро гледаш белеит, Или од ветар синотемнеит; Поле погледнеш, или планина, Сегде божева је хубавина. Тамо по срце в кавал да свирам, С’нце да зајдвит, ја да умирам. |
Konstantin Miladinov (Struga, Macedonia, 1830 - Istanbul, Turchia, 1862), poeta e raccoglitore di composizioni popolari, è uno dei massimi esponenti del risorgimento macedone. Finiti gli studi liceali e di filosofia in Grecia, ha lavorato come maestro in diverse locazioni nel sud-ovest di Macedonia, dopo di che ha intrapreso studi di filologia slava a Mosca, Russia. È durante questi studi che Konstantim Miladinov sentì la nostalgia per il suo natio borgo del Sud e scrisse la sua poesia più celebre.
Lo scopo principale dell’attivita risorgimentale di Konstantin e il suo fratello Dimitar era la pubblicazione della loro collezione di composizioni popolari. Questo progetto finalmente vide la luce del giorno il 24 giugno del 1861, presso la stamperia di Ante Jakik a Zagabria, Croazia. Anche se la pubblicazione dell’antologia fu finanziata da Josip Juraj Strossmayer, vescovo croato e mecenate della cultura slava, anche i due fratelli pagarono caro – tornando da Zagabria, a Belgrado, Konstantin scoprì che suo fratello Dimitar era imprigionato a Instanbul, e invece di tornare a Struga, si avviò a Est, per cercare suo fratello.
I due fratelli furono accusati di sovversione e imprigionati. Morirono in carcere nel mese di gennario del 1862. Non videro più la loro Struga, ma ogni anno, le serate di poesia a Struga vengono inaugurate con la ormai mitica poesia di Konstantin Miladinov.
Lo scopo principale dell’attivita risorgimentale di Konstantin e il suo fratello Dimitar era la pubblicazione della loro collezione di composizioni popolari. Questo progetto finalmente vide la luce del giorno il 24 giugno del 1861, presso la stamperia di Ante Jakik a Zagabria, Croazia. Anche se la pubblicazione dell’antologia fu finanziata da Josip Juraj Strossmayer, vescovo croato e mecenate della cultura slava, anche i due fratelli pagarono caro – tornando da Zagabria, a Belgrado, Konstantin scoprì che suo fratello Dimitar era imprigionato a Instanbul, e invece di tornare a Struga, si avviò a Est, per cercare suo fratello.
I due fratelli furono accusati di sovversione e imprigionati. Morirono in carcere nel mese di gennario del 1862. Non videro più la loro Struga, ma ogni anno, le serate di poesia a Struga vengono inaugurate con la ormai mitica poesia di Konstantin Miladinov.